Dalla Val Gesso alla Val Po. Breve cronaca di un viaggio straordinario.

Era l’estate del 2012 quando, per la prima volta, ci siamo trovati a calcare, con i nostri scarponi, il sentiero che, a pochi passi da San Giacomo di Entraque, ci avrebbe avvicinato al cuore solitario di montagne dall’incredibile fascino, in un silenzio che, avremmo scoperto, aveva davvero tanto da raccontare.

Mai avremmo pensato ci avrebbe portato così lontano e legato tanto in profondità all’anima di luoghi che, dal primo istante, hanno saputo portarci per mano e sorprenderci,  dietro ogni colle o cresta, dentro il folto di boschi in ascolto, fra le trasparenze di specchi d’acqua che raccolgono o accendono la voce di segrete sorgenti, portata a spasso dal gorgoglio dei torrenti.

Lo hanno fatto, sotto il sole o la pioggia, attraverso le forme, i colori e il canto di una natura selvaggia, che sa lasciarsi carezzare dalle brezze leggere e danzare sotto l’impeto dei venti più forti. Un universo che  ti  accoglie per mostrarti e spiegare, mentre leva, senza posa, il proprio inno alla vita. Lì, in attesa, a ricordarci, dentro ogni attimo scandito da un passo o da uno sguardo, che vivere è quanto basta.

Lo chiamiamo paesaggio ma è davvero troppo di più. E’ un contatto profondo, in un linguaggio misterioso. Fa incontrare quei pensieri, che nascono nella mente, ma si nutrono del sentimento delle incontaminate ed incorrotte profondità dell’anima, con i profumi del bosco e lo scuotersi delle fronde, con la carezza di prati sconfinati che cingono la pietra, con il brusio di corsi d’acqua dai riflessi dorati e dalle sfumature d’argento, con l’incombente mole di creste solitarie che sanno spiegarti la forza ed il coraggio, e con baratri profondi sulla festa dei verdi, che nutrono la tua voglia di volare.

Tutto ciò accade senza regole e senza un tempo da scandire. Così com’è.

Dentro l’abbraccio di albe e tramonti incapaci di trattenere una meraviglia che sa accompagnare anche fuori dal viaggio.

Lo fa anche adesso. Sa starmi vicino in questo mio goffo tentativo di mettere insieme le tessere di un puzzle improvvisato, nato per caso e divenuto grande per scelta, mosaico di scenari che cambiano, nel loro unire ieri ed oggi, nella dirompente energia che chiamiamo esperienza.

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