
Pensieri scorrono fluidi tra gli interstizi delle lancette, nella brama di un tempo poetico, ad inseguire brandelli di puzzle cosmici che turbinano nel vento su rovine di noosfere, su estinte e nuove intersecantesi descrizioni di realtà, ed ancora… descrizioni, seducenti simulacri di significati ormai distanti, espressioni mimetiche dell’essere, tra materia e spirito e caduci desideri, eppur ancor nell’aere s’ode l’eco di passi leggeri in giardini zen aggettanti su insondabili koan, tessere di mosaici ricorsivi coperti da lava incandescente, che fu roccia e smeraldo e lo sarà, tra pertugi, passaggi, contorsionismi su frammenti di spazi infiniti, celati, che se non lo fossero si correrebbe liberi, senza preoccuparsi d’edificare vanità egoiche su secche esistenziali, senza scarti millimetrici su nebulosi dilemmi, ma con chiaro discernimento tra caos e ragione, tra perdizione e salvezza.
E poi, ad illuminare il cammino, a scaldare il cuore, un raggio di sole.