
Partiamo dal titolo: s’intende “io cammino libero” oppure “un cammino libero”?
La scelta tra verbo e sostantivo la lascio a te, ma questo piccolo esempio mi permette di introdurre un tema che fa parte dei massimi sistemi a me cari, ossia il libero arbitrio.
Immagino subito l’obiezione: ok, ma questo cosa ca…volo c’entra col trekking???
Bene, abbi pazienza, vedrai che col trekking c’entra anche questo :-D
Sottesa all’impostazione del titolo vi sta ovviamente la grammatica, cioè quell’insieme di regole necessario alla costruzione delle frasi. È però curioso notare che, nonostante tali criteri siano in sé rigidi, il risultato che si ottiene può dare spazio all’interpretazione, portando a far convivere in sostanza delle norme con l’incertezza.
È un po’ ciò che avviene su scala più grande nell’Universo, dove le deterministiche leggi fisiche coesistono con il principio di indeterminazione di Heisenberg. Si, è un paragone pirotecnico, ma è giusto per rendere l’idea ;-)
Proseguiamo.
L’altro giorno mi sono smarrito, e nel girovagare inquieto, ho incontrato fortunosamente una guida. Dato che per rientrare alla base condividevamo una parte del percorso, è stata l’occasione per parlare di strade e di fuori pista, e di variazioni inattese (beh, d’altronde mi ero perso, porca p…aletta!).
Uscendo dal ginepraio ci stavamo addentrando nella filosofia (uhm.. dalla padella nella brace?). Il punto chiave sul quale discutevamo era che non sarei potuto finire nel ginepraio, se non avessi avuto libertà di scelta.
Volgendo l’affermazione in positivo, ciò significa che, se avessi conosciuto esattamente il percorso, con mappa e GPS, bussola, altimetro, Google Earth, il drone con a bordo lo scanner laser 3D per la ricostruzione del modello digitale del terreno e quant’altro, ovvero se fossi stato onnisciente rispetto al cammino, non avrei avuto scelta. Avrei seguito una strada perfetta, senza rischi, senza incertezze. Probabilmente mi sarei pure annoiato, come forse accade agli dèi.
E per quanto ciò possa sembrare, noia a parte, bello e sicuro (ma anche costoso, per via dell’attrezzatura necessaria), mi è venuto da riflettere sul fatto che:
il libero arbitrio è possibile grazie all’incertezza.
Tagliamo il traguardo.
Libero arbitrio ed incertezza sono quindi in relazione, come due facce della stessa medaglia.
Ok, magari eri già arrivato a questa conclusione 2500 anni fa, ma per me è stato illuminante, e, con generoso altruismo, volevo condividere la medaglia :-D
Poi intendiamoci, questo non è un invito al rischiare spavaldamente ed al perdersi, dato che potresti non trovare un Virgilio ad aiutarti nel cammino, e non sarebbe molto piacevole.
Ma la vita, di cui il trekking è qui riconosciuta metafora, sembra svolgersi lungo un precario equilibrio nell’incertezza, con l’esercizio della libertà di scelta.
E se non ne sei convinto, inizia col rileggerti il titolo di questo post ;-)