Ci son montagne alle mie spalle e passi e passi che fatico a ricordare.
Un vento furioso si placa fra ricami di silenzio mentre, lontane, sfumano pareti precipiti e cime che perdono significato.
C’è pace qui dove una via si chiude senza ancora lasciar spazio a un nuovo cammino.
Nessuna ansia di arrivare, nessuna urgenza di ripartire.
Non una rotta obbligata, ma molteplici le possibilità.
Posso fermarmi a rifiatare.
Qui a valle da sempre tutto ricomincia e ogni impronta fugace sulla via, lentamente, restituisce un senso, risolve un nodo.
E’ terra di preghiera, per il pericolo scampato e per l’auspicio di un buon cammino.
E’ terra di gratitudine, per il passo capace di attraversare.
E’ terra promessa perché preserva il desiderio di scoprire guardando un po’ più in profondità.
E’ risveglio.
Laggiù, in lontananza e tutt’intorno, profili sfumati, chiamano ancora.
Montagne.
Per andar loro incontro farò spazio nel mio zaino, perché saranno tutto ciò che dovrò raccogliere e portare.
Ma non è tempo di partire.
Rimarrò ancora un poco: non di rado anche sostare è viaggio.