L’avvicinamento al trek è la fase che precede l’avvio di un trekking.
Generalmente tale fase, almeno per esperienza personale, comporta l’impiego di mezzi di trasporto, attese in stazioni, porti e/o aeroporti, transiti in città (se non metropoli) e, come potrai immaginare, non è proprio il massimo della vita per un trekker che vorrebbe solo?
Fare trekking, risposta esatta :-)
Ma, in qualche caso, l’approssimarsi al luogo d’inizio del percorso supera le aspettative.
Aeroporto di Berlino Tegel, 24 luglio 2017, ore 22:30.
Check-in effettuato, bagagli consegnati, controlli di sicurezza superati.
Dopo una lunga attesa, la porta del gate finalmente si apre.
Una leggera pioggia ci accoglie all’esterno, dove la notte e le nuvole avvolgono il cielo.
Entriamo nella cabina dell’aereo e prendiamo posto.
Trascorre ancora una mezz’ora prima che ci si tuffi verso l’alto, lasciando dietro di noi le luci della pista e della terraferma.
Mentre cerco di prendere sonno, ogni tanto guardo fuori dal finestrino: la notte ci fa compagnia, con qualche tremolante stella a salutarci.
Ore 23:30. Dovrebbe essere buio pesto, invece..

All’orizzonte si profila una tenue luminosità, che via via aumenta di intensità.
Razionalmente so cosa sta avvenendo: per il gioco di latitudini e longitudini nel nostro spostamento, ci stiamo approssimando alla zona del globo in cui la luce del sole è visibile. Eppure, istintivamente, stento a crederci.
Stiamo letteralmente risalendo il tramonto.

E’ un altro tuffo, questa volta al cuore.
L’orizzonte luminoso che si avvicina, che taglia in due la notte, mi porta a pensare a Bernard Moitessier, il grande navigatore che, nella sua Lunga Rotta, narrava del fascino della luce polare.
Antonio, seduto accanto, è in linea con i miei pensieri quando pronuncia ispirato:
“Sfuggiamo alla notte per ritornare alla luce”.
Si, è incredibile e vero allo stesso tempo. Vediamo ora distintamente l’oceano e le nubi sotto di noi, ed i picchi delle Fær Øer che si stagliano appena oltre, punto di passaggio verso la nostra destinazione finale.

Ore 2:00 (sull’orologio), ore 00:00 (locali). Atterriamo all’aeroporto internazionale di Keflavik.
Siamo in Islanda.
Ritornati indietro nel tempo.
E con una gran voglia di camminare.
Ma…
Ore 3:00. Ci è ormai chiaro che i nostri zaini, completamente equipaggiati per l’avvio del trekking, insieme a centinaia di bagagli degli altri passeggeri, non sono arrivati.
Scopriremo più avanti che sono ancora nell’aeroporto di partenza, senza previsione certa di arrivo… (forse il “timegate” funziona solo per noi umani?)
Meraviglie della modernità, sorprese dell’avvicinamento.